Regione: approvata la legge sul welfare

zingaretti lenaAnnunciati nuovi fondi. Soddisfazione espressa dal presidente della commissione Politiche sociali Rodolfo Lena

Con l’approvazione del 16 luglio scorso in Consiglio regionale, si è compiuto l’ultimo atto relativo alla riforma del welfare che nel Lazio, dopo 20 anni, fa propri i principi della legge nazionale 328 del 2000, assicurando l’integrazione sociosanitaria. Licenziato il testo, occorre ora trovare gli strumenti per la sua attuazione. Un importante passo in tal senso è rappresentato dall’investimento di 291 milioni annunciato dal presidente regionale Nicola Zingaretti che, “per i prossimi anni dovrebbe costruire la vera rivoluzione del welfare in tutto il Lazio”. Tra gli obiettivi, il potenziamento dei servizi e il benessere per i soggetti fragili. Nel capitolo dedicato alle famiglie è prevista l’apertura di asili nido pubblici, privati, aziendali – a settembre i primi 17, per arrivare a 25 con 1.460 posti totali – con buoni per la retta di 150/200 euro per tre anni. Saranno attivate inoltre soluzioni per la prima infanzia quali nidi familiari, spazi baby, con sostegno alle neo mamme. C’è n’è anche per gli anziani, con altri 500 posti in nuovi centri di aggregazione, buoni servizio tra i 300 e i 500 euro per l’accesso a centri semiresidenziali, assistenza domiciliare diretta e indiretta, centri diurni. E ancora, c’è il sostegno per le badanti e la previsione del telesoccorso, per tre anni e 3500 famiglie da raggiungere. Con una novità: il registro di accreditamento per gli assistenti familiari e altri professionisti legati alla salute, per garantire la qualità dell’offerta. Capitolo sport: è garantita l’educazione sportiva ai minori con lo sviluppo di reti tra centri ad hoc, con la presa in carico di nuclei familiari fragili. Per l’assessore alle Politiche sociali Rita Visini “è necessario il coordinamento degli interventi regionali tra le varie agenzie per garantire più efficacia all’azione”, che sarà inoltre rafforzata da due istituti: il Sia (sostegno all’inclusione attiva) e il Pon (programma operativo nazionale), corroborati da periodici “bandi povertà”, che a tutt’oggi hanno riguardato 76 progetti per 8 milioni e si gioveranno entro breve di ulteriori 5 milioni di euro.

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