Al San Filippo un amaro taglio di nastro

sanfilipponeriCantieri fermi per 4 anni. Inaugurata una parte delle opere il 23 aprile, adeguamento antisismico

La colata di cemento prende forma: al San Filippo Neri il presidente della Regione Zingaretti ancora una volta taglia un nastro, sebbene l’inaugurazione coinvolga solo una parte dei cantieri aperti dal 2010 nel nosocomio. Ginecologia, anatomia patologica, centro di procreazione assistita sono i tre gioielli che, nelle intenzioni dell’amministrazione regionale, dovrebbero rilanciare un San Filippo azzoppato, declassato dal ruolo di azienda ad alta specializzazione a presidio Asl. Un investimento di 27 milioni, di cui 9 per strumentazioni all’avanguardia non bastano per risollevare il morale dei dipendenti, che proprio due giorni prima del battesimo del moderno blocco operatorio e delle altre aree soggette a restyling avevano lamentato sui social la scomparsa dell’insegna di azienda ospedaliera dal monumentale ingresso che introduce all’edificio centrale, proprio quello rimesso a nuovo con i fondi destinati nel 1988 all’edilizia sanitaria e ancora oggi a disposizione. Di “inaugurazione beffa” parla in un comunicato il presidente di AssoTutela Michel Maritato. “In una struttura che dai 560 posti letto del 2011 è passata ai 450, compresi i ricoveri in day-hospital, i metri cubi di cemento riversati negli storici cortili sembrano davvero ridondanti”, scrive il rappresentante dei cittadini consumatori in un comunicato. “In una situazione di deficit strutturale, che al San Filippo ammonta a 104 milioni e 552 mila euro ci sembra inappropriato investire 27 milioni in ampliamenti, soprattutto in una struttura declassata”, ha aggiunto il presidente.

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