Ospedali: addetti alle pulizie in agitazione

health-care-facility-cleaning-service-1024x576Manifestazioni a febbraio in alcuni ospedali romani. Contestati gli appalti per clausole controverse

Sanità del Lazio, un’altra tegola si abbatte sul delicato equilibrio delle aziende ospedaliere regionali. Gli addetti alle pulizie, ormai tutti appartenenti a società esterne, sono in agitazione per i drastici tagli sugli appalti che si traducono in riduzione di stipendio o, addirittura in licenziamenti. Secondo i dati forniti dai sindacati, la contrazione interessa almeno 10mila addetti in tutto il Lazio, colpiti da riduzioni di orario e di salario. In molti sono già in cassa integrazione e, “fatto incredibile e inaccettabile – lamenta un operaio di un grande ospedale romano – al posto di noi cassintegrati dallo scorso gennaio, stanno assumendo personale di un’agenzia interinale”. Le condizioni di lavoro risentono anche della mancata formazione, relativa soprattutto alla prevenzione da infezioni ospedaliere e incidenti di ‘percorso’, caso frequente in ospedali spesso in difficoltà strutturali, per non parlare della situazione dei locali adibiti a spogliatoio, in sotterranei umidi e malsani. Sempre da fonti sindacali, apprendiamo che in tutte le aziende ospedaliere del Lazio dal 2011 la riduzione si attesta tra il 12 e il 25% medio: lo Spallanzani ha visto contratte sia le ore di produzione sia le unità produttive del 27,5%; il Cto ha avuto una riduzione di organico e prestazioni del 12,3%; San Giovanni Addolorata e San Filippo Neri hanno dovuto fare i conti con le prestazioni ridotte del 17%. Non va meglio nelle province di Latina e Frosinone, dove è stata applicata una riduzione di prestazione diffusa pari al 10% e questo significa contrazione degli standard di igiene, pulizia nei reparti, con possibile aumento delle infezioni ospedaliere. Si contestano inoltre, da parte delle aziende, le clausole contrattuali riguardanti l’ampiezza degli spazi da pulire, tanto che nei giorni scorsi sono stati inviati tecnici incaricati della misurazione dei locali. Il problema è stato al centro di un recente incontro tra rappresentanze sindacali e la cosiddetta ‘cabina di regia’ della sanità della Regione Lazio, senza alcuna soluzione. Pochi giorni fa sono scesi in piazza i lavoratori del Sant’Eugenio; in molti altri nosocomi la mobilitazione è alta e rischia di tradursi in protesta generalizzata.

 

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