Regione Lazio e Tar: il bianco e il nero

esami-di-laboratorioOk l’accreditamento, stop per i laboratori analisi mero punto di prelievo. I giudici dettano la linea

 

Magistrati e amministrazione regionale. I recenti pronunciamenti relativi a due decreti del commissario ad acta sono destinati a fare scuola. In un caso, il tribunale amministrativo del Lazio “ha sancito la correttezza dell’impostazione regionale e delle procedure adottate per definire i contratti con gli erogatori privati accreditati con il sistema sanitario”. In sintesi: per l’accreditamento alla casa di cura Villa Pia che contestava alcune parti dell’accordo – in particolare la riduzione delle funzioni e delle risorse relative alle prestazioni di ostetricia e ginecologia – il Tar con la sentenza 1446 del 26 gennaio, ha opposto la considerazione che “chi intende operare nell’ambito della sanità pubblica deve accettare i limiti in cui la stessa sanità pubblica è costretta, dovendo comunque e in primo luogo assicurare, pur in presenza di restrizioni finanziarie, beni costituzionali di superiore valore quale i livelli essenziali relativi al diritto di salute”. Una considerazione inoppugnabile che dà alla Regione un enorme potere contrattuale nei confronti degli “erogatori di prestazioni” privati, ponendo l’ente locale in posizione predominante nel notevole contenzioso in atto. Discorso opposto per i laboratori analisi: gli operatori potranno eseguire analisi in autonomia senza ricorrere al sistema “centralizzato”, che vedeva il trasporto dei campioni a mega strutture che li avrebbero “processati”, riducendo i laboratori diffusi sul territorio a meri punti prelievo.

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