Punti nascita. Il Lazio “razionalizza”: nuove aperture e vecchie polemiche

san paolo civitavecchiaOspedale di Civitavecchia: sarà un punto di forza nella riorganizzazione dei punti nascita del Lazio. Con l’inaugurazione del nuovo blocco parto, l’Ostetricia Ginecologia e la Pediatria dell’ospedale San Paolo vogliono affermarsi come polo di eccellenza della specialità. Dal 1 agosto ha iniziato la propria attività la cosiddetta “isola neonatale” con due sale travaglio, la stanza di osservazione post-partum, un ambiente di preparazione e monitoraggio della gestante e un’area per il personale con accesso separato. C’è perfino un’area spogliatoio e servizio per i papà che desiderano partecipare alle fasi del lieto evento, sempre di più nel nostro Paese. il tutto realizzato con fondi della Regione Lazio e il contributo della Cassa di Risparmio di Civitavecchia, sempre impegnata nel miglioramento delle strutture sanitarie locali. La riorganizzazione del reparto nascite prende l’avvio dalle linee guida del ministero della Salute, che prevedono l’attività di ostetricia esclusivamente in ospedali con più di 500 parti annui al fine di garantire maggior sicurezza e, soprattutto, allo scopo di ridurre i costi. Così Civitavecchia ha “fagocitato” la maternità di Tarquinia, non senza le immancabili polemiche. Analoga situazione sta vivendo l’ospedale di Colleferro, efficiente e ben collegata struttura nella Valle del Sacco, raggiungibile dall’autostrada Roma Napoli. Anche qui il reparto di Ostetricia e Ginecologia, a cui si rivolgevano numerose partorienti della zona, è stato chiuso per andare a potenziare il nosocomio di Palestrina. Dalle statistiche sui nuovi nati dal 6 al 31 luglio, primo mese del nuovo corso, 9 partorienti del reparto sacrificato sono state costrette all’esodo, contro le 12 di Palestrina. E le polemiche nei confronti della scelta della Regione Lazio non si sono fatte attendere.

 

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