I medici uniti denunciano le disfunzioni

Cmedico-275-300x122onferenza stampa unitaria e ulteriori azioni di lotta. Sotto accusa, in primis, gli atti aziendali

“Continua inspiegabilmente il silenzio del presidente Zingaretti nei confronti dei sindacati medici del Lazio, che da tempo stanno chiedendo alla Regione Lazio un segnale di disponibilità al dialogo e una decisa inversione di rotta in tema di politiche sanitarie”. è questa la denuncia di una decina di sigle di sindacati dei professionisti della sanità – Anpo, Ascoti, Fials medici, Cimo, Fassid, Fedir Sanità, Fesmed, Ugl medici, Snr – che, dopo una affollata conferenza stampa lo scorso 12 maggio, hanno annunciato ulteriori azioni di lotta contro quello che definiscono “l’inconcepibile immobilismo della Regione Lazio”.

Numerose sono le disfunzioni denunciate dai professionisti tra cui medici, biologi, farmacisti, radiologi. “Le criticità sono sotto gli occhi di tutti – dichiarano all’unisono i professionisti – dai tagli lineari nelle aziende che penalizzano la qualità, ai 2000 posti letto mancanti nel Lazio. Dalla soppressione di numerosi laboratori analisi all’accorpamento dei servizi di farmacia, con difficoltà di controllo e monitoraggio delle specialità medicinali, tra cui gli stupefacenti. Per non parlare della sforbiciata che stanno subendo i dipartimenti di prevenzione, primo tra tutti il servizio che si occupa di sicurezza alimentare con conseguenze che tutti possono immaginare”.

Nel lungo cahier de doléances non si fanno sconti per nessuno: sotto accusa i mancati controlli sull’appropriatezza delle prescrizioni come l’esclusivo ricorso alle cooperative esterne per i servizi di pulizia, ristorazione, vigilanza e anche di infermieri che portano a una lievitazione di costi i cui proventi non vanno certo in larga misura ai lavoratori.

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Sicurezza alimentare e professioni in crisi

Depotenziati i dipartimenti di prevenzione, specie nel settore del controllo alimentare e delle acque

Non solo ospedali e servizi sanitari sono nell’occhio del ciclone. I medici denunciano anche un depotenziamento dei dipartimenti di prevenzione delle Asl, un faro nella riforma sanitaria 833 del 1978 che, a mano a mano, causa carenza di risorse e una maggiore attenzione a ospedali e ambulatori, sono diventati un servizio residuale delle aziende. Sotto accusa sempre gli atti aziendali che, secondo i camici bianchi ridimensionerebbero illegittimamente, rispetto alle previsioni della precedente normativa, la parte medica rispetto a quella veterinaria. Il timore è che si sottovalutino le incombenze legate nel Lazio alla presenza di due dei più grandi mercati ortofrutticoli, Fondi e Guidonia e, soprattutto, che passi in secondo piano il controllo delle acque potabili, interessate di recente dal riscontro di elevati livelli di arsenico, specie nella zona a nord di Roma.

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