Progetti per ospedali ed emergenza

prontosoccorsoPresentati in commissione regionale Salute gli atti delle aziende ospedaliere e dell’Ares 118.

 

SAN GIOVANNI ADDOLORATA

“Abbiamo elaborato un piano di rilancio dell’azienda tenendo conto del contenimento dei costi e del miglioramento della qualità delle prestazioni, per una sanità rivolta al cittadino e ai suoi bisogni”, ha esordito il direttore generale Ilde Coiro. L’azienda parte da un disavanzo di otto milioni di euro, cumulato negli anni 2011-2013. I numeri della razionalizzazione vedono una riduzione da 14 a 6 dipartimenti, cui si aggiungono tre interaziendali (Salute mentale, Fisica medica, Farmaceutica). Le unità operative da 242 passeranno a 97, nasceranno il dipartimento delle specialità con team multidisciplinari dedicati, il dipartimento dei servizi diagnostici e medicina trasfusionale, il dipartimento delle professioni sanitarie. Saranno inoltre messi a reddito i pregevoli spazi del patrimonio storico-artistico ed archeologico di cui dispone l’azienda, con eventi e iniziative varie.

SAN CAMILLO FORLANINI

Alta specializzazione e depotenziamento delle aree di produzione a bassa attrattività. La ‘mission’ dell’ospedale San Camillo punta ai dipartimenti aggregati per “network di patologia”. L’ospedale sarà organizzato per intensità di cura e si dovrà conseguire il pareggio di bilancio nell’esercizio 2016. Secondo il direttore generale Antonio D’Urso il nosocomio si configura come hub di riferimento regionale per le reti “tempo-dipendenti”: emergenza, cardiologia, trauma, perinatale, ictus e laboratoristico. I posti letto sono 857 in regime ordinario, 151 in day hospital. Le unità operative complesse passano da 82 a 52; le unità semplici da 78 a 70”. I dipartimenti sono quelli sanitari, coadiuvati dalla tecnostruttura amministrativa e dallo Staff della direzione strategica. Presente anche il dipartimento delle professioni sanitarie.

ARES 118 (Emergenza sanitaria)

Rispetto all’Atto vigente, datato 2006, è previsto uno snellimento delle Unità operative, che passano da 49 a 27 (-45 per cento). Sarà potenziata l’attività di programmazione, pianificazione e controllo, nonché le dotazioni tecnologiche, con accorpamento, delle centrali operative, che passano da sette a quattro secondo gli standard di riferimento che prevedono una centrale ogni 600mila abitanti.

Grave la carenza di personale: tra nuovi assunti e cessati nel 2012 il saldo era negativo (-46 unità) e tale è rimasto nel 2013 (-40) e nel 2014 (-34).

Ulteriori compiti, di natura straordinaria, saranno assegnati al servizio, in concomitanza con il Giubileo. Sono arrivate intanto, le prime 45 nuove ambulanze, parte di una nuova dotazione che sarà completata all’inizio dell’Anno Santo.

 

Gli atti aziendali al vaglio del M5s

Gli esperti della sanità pentastellati esaminano i documenti. Proposte di modifica in autunno

Aumenti della spesa ingiustificati, unità operative ridondanti, mancato raccordo tra dipartimenti ospedalieri e territorio. Sono soltanto alcune delle evidenze emerse da una approfondita analisi che i tecnici esperti della sanità del Movimento 5 stelle della Regione Lazio hanno compiuto sugli atti aziendali, prendendo in esame il conto economico di ciascuna azienda, le proposte organizzative, le evidenze epidemiologiche. “I dipartimenti sembrano più contenitori funzionali che strumenti di integrazione multi specialistici – sostengono i portavoce M5s – manca omogeneità tra le unità complesse e alcune sono ridondanti”. Evidente, per gli analisti, il calo delle degenze negli ospedali pubblici del 20 per cento rispetto al 2006. Alcune Asl, come la Roma C, avrebbero perso ‘attrattività’, l’ospedale romano Cto è morente, i servizi di salute mentale sarebbero eccessivi. Al calo delle degenze però, sembra che la spesa rimanga invariata o, addirittura aumenti. Tutto da rifare? La sfida è lanciata e al momento della revisione, in autunno, ne vedremo i risultati.

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