Ancelle del Buon Pastore, in 150 rischiano il posto

manifestazione ancelleLavoratori in allarme nella sanità privata. Questa volta a fare le spese della sospensione dell’accreditamento è la casa di cura Ancelle del Buon Pastore in via di Vallelunga, a Roma. La clinica, di proprietà della Congregazione dei francescani, si è vista negare l’autorizzazione all’esercizio dal decreto commissariale 294 del 24 settembre scorso, a firma del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, in veste di commissario ad acta della sanità. Sono 150 i lavoratori in bilico, tra infermieri, medici, fisioterapisti, tecnici e altre figure di supporto all’assistenza. L’organizzazione sindacale Nursind, che rappresenta gli infermieri professionali, in una nota si dichiara “perplessa e preoccupata per la futura incertezza occupazionale di tutti gli infermieri e degli altri professionisti sanitari, in quanto il decreto sancisce la chiusura della struttura sanitaria, fino a quando non siano state rimosse le cause che ne hanno determinato l’adozione”. Tradotto: “considerata la mancanza di volontà da parte della proprietà di adeguarsi a quelle che sono da tempo le disposizioni impartite dalla Regione Lazio circa gli standard per l’esercizio – sostengono i rappresentanti Nursind – il rischio di una conseguente sospensione e dismissione delle attività di ricovero e degenza si fa concreto, con mancati introiti per le casse aziendali e la chiusura del presidio sanitario”. L’impatto del provvedimento colpirebbe lavoratori e famiglie degli assistiti, costrette a trasferire i propri congiunti con i conseguenti disagi. Il sindacato infermieri stigmatizza la gestione amministrativa della clinica riconoscendo a questa “una perniciosa inosservanza della legislazione vigente in materia sanitaria, nonostante le molteplici ispezioni, richiami, diffide ad ottemperare”. Mentre si attende con ansia la pronuncia di un ricorso al Tar le cui motivazioni, secondo i lavoratori “appaiono velleitarie e confuse”.

 

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