Responsabilità del medico, allo studio tre proposte

Cozza_a_Piazza_Navona2Medicina difensiva, il fenomeno in Italia ha assunto proporzioni deflagranti. Test, esami, visite in sovrabbondanza oppure casi clinici ad alto rischio prudentemente evitati. Per ridurre la loro esposizione a un giudizio di responsabilità da parte dei pazienti, i medici prescrivono indagini ridondanti, spesso non necessarie oppure, nel secondo caso mettono in atto la versione negativa di tale pratica, che in Italia incide sulla spesa sanitaria per quasi 12 miliardi l’anno, evitando casi complessi. Nel Lazio di miliardi ne impieghiamo 2 e le controversie seppure in aumento, nella maggior parte dei casi vedono assolto il professionista. Il servizio sanitario si trova ad affrontare sovente numerosi casi di contenzioso tra medico e paziente, mettendo a rischio la sostenibilità del sistema, considerato che la medicina difensiva è ormai divenuta una fonte di spesa considerevole per Asl e aziende ospedaliere. In questo clima di destabilizzazione, si inseriscono numerosi e spesso inopportuni soggetti esterni. Le reti Rai e Mediaset, ad esempio, diffondono da tempo spot pubblicitari con cui si invitano le vittime della malasanità a rivolgersi entro dieci anni a staff di esperti per rivendicare eventuali risarcimenti dovuti alla cosiddetta “malpractice” dei sanitari.

Contro tale pubblicità è intervenuto il segretario nazionale Fp-Cgil Medici Massimo Cozza: “I medici, anche se hanno agito in scienza e coscienza – ha affermato – con l’attuale sistema rischiano la gogna mediatica con indagini giudiziarie, costretti a passare anni come imputati nelle aule dei tribunali. Peraltro, con polizze assicurative sempre più alte e con minori tutele anche da parte delle stesse aziende sanitarie. Così, in modo cautelativo tendono a operare sempre meno casi più complessi e a sottoporre i cittadini a maggiori esami diagnostici e interventi terapeutici.” Da parte governativa, il decreto dell’ex ministro della Salute Renato Balduzzi ha provato a regolamentare la materia, senza ottenere gli sperati consensi, tanto che sono state presentate altre tre proposte di legge. Le prime due, numero 259 e 262 firmate da Benedetto Fucci e la terza, numero 1324 siglata da Raffaele Calabrò, sono ora all’esame della commissione Affari sociali. Secondo esperti giuristi, mostrerebbero alcuni aspetti rivoluzionari rispetto alla precedente disciplina: si va dalla norma che vorrebbe destinare la responsabilità per l’errore clinico esclusivamente in capo alla struttura ospedaliera, liberando il medico che potrà al più subire azione di rivalsa da parte dell’ente stesso, ovvero della Corte dei conti in ipotesi di colpa grave, alla reintroduzione di un obbligo assicurativo più solido in capo alle strutture stesse con relativo onere finanziario con massimale minimo obbligatorio di dieci milioni. Diverse soluzioni che avvicinano la responsabilità medica alla Rc auto.

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