Arrivano le prime Case della salute: Prenestino, Sezze, Pontecorvo, Rocca Priora

casaI 30 milioni di euro per l’edilizia sanitaria e le nuove tecnologie, stanziati circa un mese fa, saranno investiti nelle Case della Salute. L’annuncio è arrivato dalla cosiddetta “Cabina di regia” della Regione Lazio ed è stato confermato da Teresa Petrangolini, consigliere regionale della commissione Politiche sociali e salute, nel convegno “Il welfare è di casa” del 9 dicembre, il primo di una serie di appuntamenti-confronto con i cittadini, sul nuovo progetto di medicina territoriale. Al centro della rivalutazione di una sanità di prossimità, le Case della Salute, ambizioso modello assistenziale “da plasmare secondo il contesto territoriale e le esigenze di salute dei cittadini” ha esordito Petrangolini, in una affollatissima sala della ‘Casa dei mestieri e delle professioni di Roma e del Lazio’ situata al confine tra Ostia e Fiumicino, sul litorale romano. Le prime quattro case ad essere attivate, per cui ora è in corso la ristrutturazione, si trovano a Roma, in largo Preneste – presidio integrato Santa Caterina della Rosa – a Sezze, a Pontecorvo e a Rocca di Papa. Lo schema da seguire è contenuto nel decreto numero 428 del 2013 del commissario ad acta e presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e ricalca quello attuato nelle regioni virtuose: Emilia Romagna, Toscana e Marche. Si tratta del Chronic Care Model, consistente in una presa in carico integrata del paziente con patologie cronico/degenerative. Ulteriori punti di rilievo della Casa: l’apertura per almeno 12 ore al giorno, l’attivazione di équipe multidisciplinari, il punto unico di accesso per favorire l’accoglienza e l’orientamento, la telemedicina per creare una rete assistenziale efficiente e ben collegata con i presidi ospedalieri per i casi più complessi. Un modulo base da cui partire con i servizi essenziali, di cui fanno anche parte il centro prelievi, la diagnostica strumentale di 1° livello, l’ambulatorio infermieristico, le prestazioni specialistiche, cui affiancare moduli aggiuntivi di cure a gestione intermedia, con la possibilità di alcuni posti letto per la breve osservazione. Non mancheranno poi prestazioni sociali, in una visione di integrazione del socio-sanitario, in linea con la proposta di legge regionale che recepisce la normativa del 2000 (legge 328) che disciplina la stessa materia. Il tutto coordinato da un medico di medicina generale, in collaborazione con il direttore di distretto, in una logica di integrazione del budget municipale e quello della Asl. Complessa la situazione ad Ostia, ex XIII municipio di Roma ora X dove, a fronte di 220 mila residenti che l’estate lievitano con i vacanzieri e i pendolari, non esisterebbero strutture ampie e disponibili per ospitare tutte le funzioni previste.

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