Sanità territoriale… avanti piano

regione-lazioAssistenza ai cronici, un’emergenza da non procrastinare. Assorbe l’80 per cento delle risorse e i dati epidemiologici rivelano che nei prossimi anni diventerà il nodo centrale dell’organizzazione sanitaria.
Nel Lazio una delibera di giunta del 2012, la 313 ha istituito un gruppo di lavoro ad hoc, confermato il 13 giugno scorso dall’attuale amministrazione. I cardini del progetto per valorizzare l’assistenza territoriale sono racchiusi in undici punti, in cui è prevista l’assistenza secondo il Chronic Care Model e lo sviluppo dei cosiddetti Pdta – percorsi diagnostico terapeutici assistenziali – il tutto attraverso la massima integrazione dei servizi socio-sanitari e il conferimento ai distretti socio-sanitari (che nel decreto 206 del commissario Zingaretti dovrebbero essere ridotti dagli attuali 55 a 48) della autonomia economico-finanziaria e tecnico-gestionale.

Nodo centrale del distretto, secondo il progetto in discussione nel gruppo di lavoro, l’assistenza primaria e intermedia, abbattendo il ricorso all’ospedale e il sovraffollamento in pronto soccorso. È la cosiddetta sanità di iniziativa che si differenzia da quella di attesa, si tratta di ripensare tutto il sistema, operando una rivoluzione culturale nella gestione delle patologie croniche.

Alla base di tutto debbono esserci servizi in rete, team multispecialistici composti da medici, infermieri, tecnici, fisioterapisti, psicologi, assistenti sociali e il collegamento con il volontariato e il privato sociale. La formazione multidisciplinare del team sarà in primo piano, insieme alla possibilità di stipulare accordi di programma con gli specialisti e la promozione di percorsi di cura pianificati. Il problema è nella destinazione delle risorse: attualmente la sanità ospedaliera assorbe più del 50 per cento, ai dipartimenti di prevenzione va circa il 2 per cento – ma dovrebbe essere il 5 – il restante riparto del fondo compete al distretto. Una tendenza da invertire: ci aveva provato l’ex ministro della Salute Ferruccio Fazio, promuovendo la medicina d’iniziativa, poi sconfessato da Renato Balduzzi che sosteneva l’offerta sanitaria territoriale attraverso studi medici aperti 24 ore su 24 – gestione diseconomica secondo gli esperti – seguito pedissequamente dall’attuale titolare del dicastero Beatrice Lorenzin.

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