L’idea del commissario Zingaretti: “Legge quadro in sanità”

Commissario ad acta per la prosecuzione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione Lazio. É  l’attribuzione del Consiglio dei ministri nei confronti di Nicola Zingaretti che, al contrario del celebre fratello, tale ruolo non lo svolge nella finzione scenica. Per questo dovrà affrontare problemi reali e vuole farlo attraverso l’ausilio di una commissione di esperti delle professioni priva di rango istituzionale. Un brain trust per predisporre un testo di legge quadro sulla sanità regionale e un protocollo per le nomine dei direttori generali e le figure apicali, nel segno della trasparenza e meritocrazia. Il tutto a costo zero in quanto i professionisti, scelti in modo trasversale, non saranno retribuiti. Il presidente si affanna a ripetere che “si apre una stagione di grande innovazione” e che ogni scelta “sarà proiettata verso un modello di difesa del diritto alla salute”. Per questo valuterà con maggiore ponderazione la nomina del sub-commissario, figura che seguirà in prima persona l’applicazione del piano di rientro e che dovrà, almeno nelle intenzioni, virare completamente dalle posizioni rigorose dei predecessori e dall’applicazione dei tagli lineari rispettando, secondo il presidente regionale “il modello di difesa del diritto alla salute che vogliamo costruire”. Il mondo della sanità è però in fibrillazione. Primi fra tutti i direttori generali e i loro collaboratori. Nonostante il governatore abbia assicurato il rispetto della scadenza naturale dei contratti, alcune aziende vivono a tutt’oggi una situazione poco stabile: la Asl Roma D con Alessandro Cipolla facente funzioni come Lorenzo Sommella al San Filippo Neri e la Roma F che ha come commissario il direttore generale della Asl Roma A Camillo Riccioni. Poi ci sono i contratti in scadenza come quello di Vittorio Bonavita  e di Maria Sabia, rispettivamente alla Roma B e Roma E che in autunno dovrebbero rendere vacante la poltrona, come Antonio Paone alla Roma C. Nel 2014 sarà la volta del già citato Camillo Riccioni che dovrebbe lasciare la Asl del centro della capitale e di Aldo Morrone al San Camillo. Poi ci sono almeno 8 direttori sanitari facenti funzioni in attesa di riempire stabilmente le caselle in bilico o abbandonare le postazioni. Intanto il presidente incassa l’approvazione della responsabile del coordinamento donne della Cgil di Roma e Lazio Claudia Bella che parla di “un cambiamento vero riconoscendo la competenza e i talenti delle donne” mentre per la Fials-Confsal Zingaretti “deve superare tutte le criticità del sistema sanitario a favore dei più deboli restituendo la dignità ai precari e cassintegrati”.

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