Circolari e tagli: i direttori insorgono

“Direttiva vincolante”. È la contestata circolare regionale firmata dai tecnici dell’assessorato alla Sanità, commissariato dal 2008, inviata il 17 gennaio ai direttori delle aziende sanitarie e ospedaliere del Lazio. Nel documento si impone l’adesione alle previsioni del decreto legislativo 118 del 2011 “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009 numero 42”. In sintesi: la predisposizione del bilancio preventivo economico annuale deve avvenire in coerenza con la programmazione sanitaria e con la programmazione economico-finanziaria della regione. Fin qui nulla da eccepire, Dura lex… Le critiche più aspre da parte dei direttori, dei sindacati, degli operatori sono riferite a un singolo paragrafo del documento in cui si parla di “efficientamento (razionalizzazione) della spesa del Servizio sanitario regionale con invarianza dei servizi ai cittadini anche per le voci di costo non direttamente ascrivibili alla normativa per le quali non è stata espressa nei punti precedenti la percentuale minima di riduzione, al fine di garantire una riduzione complessiva dei costi di almeno il 15%”. Un bizantinismo che ha messo in crisi i manager e che è stato contestato, parola per parola, da Enrico Bollero, presidente di Federsanità Anci – cui sono associate 166 strutture sanitarie – con una dettagliata nota inviata al commissario ad acta per la Sanità Filippo Palumbo. Nulla da eccepire per i vincoli riferiti alle disposizioni legislative, secondo Bollero “cogenti in quanto direttamente derivanti dalla normativa nazionale, riferimento cui le singole aziende obbligatoriamente devono rifarsi all’atto della quantificazione del proprio bilancio di previsione. Elementi della circolare estremamente critici – scrive il presidente Anci – sono quelli riportati nella sezione ‘precisazioni’ in cui sono riportate indicazioni, ovvero risultati attesi in termini di riduzione dei costi che vanno ben oltre quelli previsti dalle normative nazionali in termini di contenimento della spesa e che determinano, a parere degli scriventi, l’inapplicabilità delle indicazioni regionali”. Chiusura totale quindi, richieste reiterate di ritiro del provvedimento da parte di un folto schieramento sindacale e manageriale. “Non è in alcun modo pensabile che tali disposizioni siano attuate ad invarianza dei servizi per i cittadini come è indicato nella circolare” ribattono all’unisono i rappresentanti delle aziende e i sindacalisti, specie chi si trova in prima linea. “Ancora una volta si propongono tagli lineari, irrazionali e socialmente inaccettabili – tuona Bruno Schiavo, segretario Anaao Assomed del San Camillo Forlanini di Roma – al posto di una seria programmazione e pianificazione. Ancora una volta non sentiamo parlare di riorganizzazione, di complessità dell’assistenza, di bacino d’utenza, di indicatori di volume o di esito ma ci sentiamo proporre una fredda, inutile, irritante formula matematica”.

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