Salute mentale, servizi in default

“Gravissima violazione del diritto alla salute”. È questo l’argomento chiave dell’esposto che Maria Teresa Milani, presidente della Consulta per la salute mentale, intende presentare alla procura della Repubblica di Tivoli. Insieme a lei, a lanciare il grido di allarme i direttori dei 12 dipartimenti di salute mentale del Lazio, i sindaci dei comuni interessati – primo fra tutti Stefano Di Tommaso di Frascati – gli operatori precari i cui contratti sono in scadenza e alcuni direttori generali che non possono più garantire la turnazione nelle 24 ore. La vicenda si trascina da anni, numerosi sono stati gli appelli, le richieste, le diffide inviate invano alla Regione Lazio. “Decliniamo ogni responsabilità per l’eventuale chiusura di alcune strutture essenziali e chiediamo con urgenza la proroga dei contratti a termine degli operatori impiegati nei dipartimenti”. Così scrivono alla Regione e ai prefetti di Roma, Viterbo, Latina, Rieti e Frosinone i direttori, riuniti in un coordinamento che da tempo si batte per garantire i servizi minimi, ridotti ormai all’osso: 200 posti letto contro i 500 previsti dagli standard nazionali. Le figure professionali necessarie nel territorio regionale sono circa 90; attualmente non si riescono ad assicurare neanche le urgenze e la situazione, considerati i tagli, la riduzione della spesa, i mancati finanziamenti da parte governativa, non promette alcun risvolto positivo. “I malati sono abbandonati a se stessi – ripetono all’unisono i rappresentanti della Consulta – e l’inerzia degli amministratori regionali è assolutamente scandalosa”. Insieme alla Roma G, sono a rischio chiusura i centri di salute mentale di Frascati e Subiaco. Nella provincia tiburtina 3 centri diurni, 2 reparti ospedalieri e 7 strutture della Asl attendono almeno 6 psichiatri. A Frascati sarebbero necessari 42 posti letto contro i 15 realmente disponibili, anche questi in bilico dal 20 novembre per impossibilità di garantire la continuità dei turni. “Il concreto rischio di abbandono, specie dei pazienti più gravi – continua la nota del coordinamento, firmata dal portavoce Gianfranco Palma – può comportare problemi di ordine pubblico”. Non solo mancata assistenza quindi ma il pericolo di un più esteso allarme sociale.

Commenti Facebook:

Commenti